Il metodo dei moltiplicatori e la scelta del peer group

La scelta del campione di società similari o di transazioni comparabili costituisce uno dei passaggi più delicati nell’applicazione del metodo dei multipli, in quanto influisce direttamente sul valore attribuito alla società target. Nel contributo è definita una value map in grado di guidare il professionista nella composizione di un panel ispirato a logiche coerenti.

Il Terminal Value (valore finale) nel metodo DCF

Nell’ambito del Discounted Cash Flow (DCF) method il valore finale sintetizza i flussi di cassa a regime, ovvero i flussi che saranno prodotti dopo l’orizzonte temporale preso a riferimento per l’elaborazione del business plan. La determinazione di tale grandezza non è automatica e richiede una buona dose di sensibilità da parte del valutatore.

Il tasso di attualizzazione: WACC e CAPM

Il metodo Discounted Cash Flow (DCF) è storicamente quello più diffuso per la valutazione delle aziende. Di seguito sono forniti alcuni spunti per la determinazione del tasso di attualizzazione in una prospettiva asset-side (WACC) e equity-side (CAPM).

La logica del metodo DCF

Il metodo Discounted Cash Flow (DCF) è storicamente quello più diffuso per la valutazione delle aziende. Di seguito è illustrata la logica di fondo e si rimanda ai singoli approfondimenti per analizzare le componenti della formula.

Il metodo misto patrimoniale-reddituale con stima autonoma dell’avviamento

Il metodo misto rappresenta una soluzione tipicamente italiana per la valutazione delle aziende. Esso permette di considerare sia la componente patrimoniale che l’avviamento generato da sovrareddito, ovvero la capacità di un’impresa di generare un reddito superiore al rendimento “normale” del patrimonio netto.

Il metodo patrimoniale

Il metodo patrimoniale fa parte dei cosiddetti cost methods. Salvo casi particolari, esso difficilmente rappresenta un metodo di stima autonomo, ma in taluni casi rappresenta un atto dovuto, al fine di cogliere il valore della dimensione patrimoniale dell’impresa.

I requisiti del valutatore secondo gli standard PIV e IVSC

La valutazione non consiste nella mera applicazione di una formula, ma richiede anzitutto una capacità interpretativa del fenomeno aziendale. Il fattore umano, pertanto, è ben più rilevante del fattore tecnico. Tale circostanza è ben colta dagli standard di valutazione, che dedicano ampio spazio al ruolo del valutatore, alle modalità di svolgimento dell’incarico e ai profili deontologici.

Le tipologie di incarichi valutativi secondo gli standard PIV e IVSC

La valutazione d’azienda si esplica attraverso un processo complesso, che può essere declinato in funzione dell’incarico ricevuto. I principi di valutazione nazionali e internazionali individuano differenti possibili tipologie di incarichi, a cui corrispondono diverse forme di reporting.

Il valuation report secondo gli standard PIV e IVSC

La valutazione d’azienda è un processo complesso e in larga misura sartoriale. Ciononostante, l’esposizione delle attività svolte e dei risultati conseguiti deve essere facilmente intelligibile e articolato secondo un modello standardizzato che fornisca ai lettori tutti gli elementi essenziali.

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